mercoledì 18 dicembre 2013

La Famiglia Karnowski
di I. J. Singer

Incipit:
I Karnowski della Grande Polonia erano noti per il loro carattere testardo e provocatore, ma allo stesso tempo stimati per la vasta erudizione e l’intelligenza penetrante.

Certe volte bastano poche righe dell’incipit per racchiudere l’essenza di un libro.
La famiglia Karnowski è uno di questi libri che attraverso tre generazioni di una famiglia ebrea ti danno la possibilità di entrare in un’epoca e vedere i fatti storici attraverso la prospettiva delle persone e non dei personaggi storici.
Il periodo è la metà del primo novecento e il luogo è la Germania, in particolare, la città di Berlino dal suo massimo albore filosofico e culturale fino al suo abominio più incivile. 
I tre personaggi che dividono le tre parti del libro sono David Karnowski, suo figlio Georg e suo nipote Jegor. Tre persone affascinanti e indimenticabili. David che si trasferisce a Berlino dalla provinciale e arretrata Polonia, sogna una città e un luogo che possa rappresentare i suoi ideali di pensatore e riformista della cultura ebraica. Dopo una vita di ricercata perfezione che si può rispecchiare nel suo impeccabile tedesco si ritroverà ad essere un cittadino indesiderato fino a scoprire che non è neanche più un essere che gode del nome di cittadino.
Georg ha un’infanzia da ribelle sembra che gli schemi culturali e sociali del padre gli stiano stretti, trova una sua ragione di riscatto attraverso l’amore per Elsa, una studentessa di medicina che lo affascina per la sua libertà intellettuale. Georg è il cittadino tedesco di seconda generazione perfettamente integrato nella società. Medico di successo frequenta i migliori salotti culturali e sposa una ragazza tedesca di fede protestante, vive insomma, una vita agiata. Quando sfuggirà nella città di New York, sentirà tutta l’estraneità della società statunitense che lo porterà ad abbandonare la sua professione, vivrà una vita da emigrato e, se posso dire in tutta sincerità, da sopravvissuto vittima delle superstizioni culturali a servizio degli interessi politici.  
Jegor è forse il personaggio che più mi ha affascinato. Anche lui vittima di carnefici che lo sottopongono a psico-torture razziali ben nascoste da pseudo teorie antropologiche, è colui che sino al termine della vicenda non si accorda con il suo essere, fino a far risuonare drammaticamente con l’ultimo scoppio di pistola, il suo ritrovato io.  

Excipit:
I primi raggi dell’alba trafiggevano la fitta nebbia, illuminando le finestre con la luce livida del sole nascente.

Perché leggere la Famiglia Karnowski: … perché bisogna vedere e capire come una società possa concepire la sua ascesa e la sua caduta dissolvendo i suoi principi di polis organizzata.

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